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Meritocrazia? Un falso problema

Il merito esiste?


Può esistere una meritocrazia basata solo sull’esperienza e intelligenza secondo l’equazione Merito = quoziente intellettivo x impegno? La risposta è no.


Il merito è un fatto culturale. Almeno sistemicamente il merito è definito come “meriti di essere uno di noi”.


Non basta che tu sia “bravo”. Dobbiamo accogliere anche ciò che non ci piace di te.


Scontro su ciò che è merito e ciò che non lo è: un caso reale


Nei giorni scorsi mi sono trovato nel mezzo di uno scontro.


Un imprenditore e il suo manager chiamato dall’esterno a dare un contributo in un periodo di crisi aziendale erano ad un punto di stallo del loro rapporto.

Il manager accusava l’imprenditore di circondarsi di gente che non gli sapeva ribattere, che gli diceva sempre di sì. In questo modo, si perpetuavano errori e soprattutto non si premiava la competenza. Inoltre, se avesse avuto mano libera, avrebbe rivisto la struttura. Avrebbe chiamato altri manager esterni a guidare i malandati settori aziendali.

L’imprenditore sottolineava come quelle persone indicate come yes-men lo avessero sostenuto e avessero contribuito al successo di molti progetti. Che prendere troppi manager esterni significava affidarsi a non esperti del settore. Oltre al fatto di appesantire di costi, una già fragile situazione economica.


Accettava la critica di avere un carattere brusco, ma ciò non significava che favoriva gli yes-men. Le persone potevano esprimersi liberamente.


Quindi, chi ha ragione? Cosa è il merito? Abbiamo qui due diversi concetti e due diversi comportamenti. Avrà ragione l’imprenditore o il manager?


Sicuramente, il manager rischia il posto. Non condivide i criteri di gestione dell’imprenditore. L’imprenditore stesso potrebbe applicare il vero criterio di merito: questo manager non rientra tra quelli “che non meritano di essere tra di noi perché non capisce”.


Non so ancora come finirà. Sto tentando di spostare l’asse del ragionamento sui principi sistemici e non su quanto possa aver ragione l’uno o l’altro.

Questo per dirvi quanto ragionare sul merito è come occuparsi di una pagliuzza rispetto ad un intero fienile.


Uno sguardo al merito nell'approccio sistemico


Il premiare secondo certi criteri prescelti non è un fatto che riguarda solo l’imprenditore o il capo, ma l’intero sistema aziendale.


Quando il capo premia qualcuno sta automaticamente NON premiando qualcun altro.


E quale potrebbe essere l’effetto di questa meritocrazia se guarda solo ai singoli? Di avere il 20% di eccellenze “giustamente” premiate e l’80% degli altri… a rischio demotivazione.

Questi altri non possono essere facilmente sostituiti. Questo 80% è anche molto importante per far andare avanti il sistema.


Il leader sistemico si dovrebbe occupare di trattenere le eccellenze e di motivare tutti gli altri in qualche altro modo, che non sia il denaro, la posizione o il prestigio, ovvero con l’entrata nell’élite aziendale.


Deve stare attento a chi, al cosa e al come premia.

  • Premia i risultati o la lealtà?
  • Premia l’obbedienza o il pensiero critico?
  • Premia l’anzianità o la conoscenza?
  • Premia l’esuberanza giovanile o la saggezza dei più anziani?

Ogni intervento sul singolo ha un effetto sistemico. Nel creare un sistema premiante dobbiamo sempre tenere presente i principi sistemici dell’ordine, dell’equità degli scambi e dell’inclusione.

Ogni leggerezza nell’applicazione di questi principi crea un danno al sistema.


Come si fa a premiare i più bravi e a non demotivare quelli da prestazioni nella norma?


Il sistema premio-punizione è molto delicato. Se ben disegnato, trattiene i “migliori” ed espelle i “peggiori”. Soprattutto tiene vivaci i “normali”.


Un rapido test


Poniti alcune domande sulla tua realtà.

  1. Qual è il livello di turn-over nella tua azienda in condizioni normali? Supera un livello fisiologico?
  2. Qual è il tasso di assenteismo?
  3. Le tue decisioni vengono correttamente attuate?
  4. L’atmosfera al lavoro è pesante o leggera?
  5. Nonostante cambi di leadership in alcuni settori, i problemi precedenti permangono?
  6. Ci sono lamentele sulla chiarezza di distribuzione dei compiti?
  7. Hai premiato i migliori, magari pensando che potessero risolvere loro questi problemi e non è accaduto?

Le risposte a queste domande ci dicono quanto è vitale il tuo sistema e quanto la tua politica “meritocratica” è corretta. Oppure se ha bisogno di una ritaratura… sistemica.


Come abbiamo visto il tema del merito non è affrontabile fuori dal contesto che ne sviluppa i criteri per definirlo. Spesso tali criteri sono inconsci, innestati sottopelle. Non ti far confondere dalle discussioni ideologiche sul concetto.


L’approccio sistemico ci dà la possibilità di superare il falso problema della meritocrazia.


La meritocrazia è sempre in azione, ma non è una meritocrazia definibile a priori.



In questo editoriale abbiamo parlato di:

  • meritocrazia e sistema premiante
  • principi sistemici di ordine, equità degli scambi e inclusione come determinanti del sistema meritocratico
  • test per stabilire la salute del tuo sistema e la bontà del sistema premiante
  • parola sistemica chiave della settimana: MERITOCRAZIA (trovi tutti gli approfondimenti sulla pagina no-effort management di Linkedin)

©️Anurag Rocco Gaeta – no-effort management – 3 aprile 2021

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